L'habitat naturale del cincillà è molto diverso da quello che possiamo offrirgli in cattività.
Essi infatti provengono dalle alte quote delle Ande, che si estendono per tutta la costa occidentale del Sud America, dell' Argentina, del Cile, della Bolivia, del Perù, dell' Ecuador e della Colombia. Si tratta di circa 600 miglia di lunghezza e 200 di estensione. Questa zona montuosa ha un aspetto desertico, con scarse pioggie e poca vegetazione.
Il Clima delle Ande è ventoso, asciutto e secco. Il terreno è roccioso ed è ricoperto da cenere vulcanica che i cincillà utilizzano per pulirsi la pelliccia.
La vegetazione delle Ande è composta solo da arbusti, erba, semi e in particolare di cactus.
I cincillà temono diversi predatori in natura, come ad esempio serpenti, leoni di montagna, volpi e rapaci e per nascondersi dai pericoli creano delle tane tra le fessure delle roccie.
I cincillà selvatici vivono in branchi molto numerosi, non solo per le interazioni sociali, ma anche per vegliare le tane dai predatori e dai pericoli che esistono, infatti nella colonia sono presenti cincillà che hanno il ruolo di "vedetta" e prestano particolarmente attenzione a potenziali minacce, mentre i loro compagni sono fuori dalle tane a cercare cibo e giocare.
I cincillà dormono tra le fessure delle rocce nelle ore diurne e calde, per poi svegliarsi ed esplorare durante la notte, con un clima più fresco.
La loro dieta in natura è molto povera, data la scarsa vegetazione, si nutrono principalmente di piccoli cespugli, cactus, frutti di bosco, erba secca, radici e talvolta qualche insetto.
L'ambiente così ostile non permette loro nemmeno di abbeverarsi, infatti quando sale l'alba, i cincillà assumono liquidi tramite la rugiada del mattino depositatasi su rocce e arbusti.
Sembrano mangiare una grande varietà di piante che si possono trovare in alta quota sulle Ande, sfruttando al massimo la frutta di stagione e i semi reperibili. Usano la loro destrezza e intelligenza per trovare cibo che può essere relativamente inaccessibile agli altri animali.
Essi infatti provengono dalle alte quote delle Ande, che si estendono per tutta la costa occidentale del Sud America, dell' Argentina, del Cile, della Bolivia, del Perù, dell' Ecuador e della Colombia. Si tratta di circa 600 miglia di lunghezza e 200 di estensione. Questa zona montuosa ha un aspetto desertico, con scarse pioggie e poca vegetazione.
Il Clima delle Ande è ventoso, asciutto e secco. Il terreno è roccioso ed è ricoperto da cenere vulcanica che i cincillà utilizzano per pulirsi la pelliccia.
La vegetazione delle Ande è composta solo da arbusti, erba, semi e in particolare di cactus.
I cincillà temono diversi predatori in natura, come ad esempio serpenti, leoni di montagna, volpi e rapaci e per nascondersi dai pericoli creano delle tane tra le fessure delle roccie.
I cincillà selvatici vivono in branchi molto numerosi, non solo per le interazioni sociali, ma anche per vegliare le tane dai predatori e dai pericoli che esistono, infatti nella colonia sono presenti cincillà che hanno il ruolo di "vedetta" e prestano particolarmente attenzione a potenziali minacce, mentre i loro compagni sono fuori dalle tane a cercare cibo e giocare.
I cincillà dormono tra le fessure delle rocce nelle ore diurne e calde, per poi svegliarsi ed esplorare durante la notte, con un clima più fresco.
La loro dieta in natura è molto povera, data la scarsa vegetazione, si nutrono principalmente di piccoli cespugli, cactus, frutti di bosco, erba secca, radici e talvolta qualche insetto.
L'ambiente così ostile non permette loro nemmeno di abbeverarsi, infatti quando sale l'alba, i cincillà assumono liquidi tramite la rugiada del mattino depositatasi su rocce e arbusti.
Sembrano mangiare una grande varietà di piante che si possono trovare in alta quota sulle Ande, sfruttando al massimo la frutta di stagione e i semi reperibili. Usano la loro destrezza e intelligenza per trovare cibo che può essere relativamente inaccessibile agli altri animali.
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Ci sono tre differenti specie di cincillà selvatici, ovvero :
Il cincillà Lanigera (La Plata / Long-Tailed Chinchilla) è il comune cincillà che troviamo attualmente negli allevamenti da compagnìa. Rispetto al cincillà Brevicaudata ha una forma della testa e una corporatura più sottile e la coda più lunga, inoltre è molto più prolifero (da 1 a 6 cuccioli).
I cincillà lanigera si possono ancora trovare nelle montagne Andine e il loro colore naturale è grigio-marrone.
Il cincillà Brevicaudata (Short-Tailed Chinchilla) è molto più grande di corporatura rispetto al Lanigera. Testa e collo sono tozzi e il muso, le orecchie e la coda sono corte.
E' molto meno prolifero (1-2 cuccioli al massimo).
Il cincillà Costina è il più piccolo di taglia della famiglia dei Chinchillidae. Non sono riconosciuti ed allevati dagli allevamenti da compagnìa.
I Costina hanno una pelliccia corta, che non è compatta come nel Lanigera o nel Brevicaudata, perchè non necessitano di essere riparati dal clima rigido; essi vivono nelle regioni più basse delle montagne delle Ande. I Costina hanno un muso a punta, che li fa assomigliare più a dei ratti e coda e orecchie molto più lunghe rispetto alle due specie precedenti.
- il cincillà Lanigera
- il cincillà Brevicaudata
- il cincillà Costina
Il cincillà Lanigera (La Plata / Long-Tailed Chinchilla) è il comune cincillà che troviamo attualmente negli allevamenti da compagnìa. Rispetto al cincillà Brevicaudata ha una forma della testa e una corporatura più sottile e la coda più lunga, inoltre è molto più prolifero (da 1 a 6 cuccioli).
I cincillà lanigera si possono ancora trovare nelle montagne Andine e il loro colore naturale è grigio-marrone.
Il cincillà Brevicaudata (Short-Tailed Chinchilla) è molto più grande di corporatura rispetto al Lanigera. Testa e collo sono tozzi e il muso, le orecchie e la coda sono corte.
E' molto meno prolifero (1-2 cuccioli al massimo).
Il cincillà Costina è il più piccolo di taglia della famiglia dei Chinchillidae. Non sono riconosciuti ed allevati dagli allevamenti da compagnìa.
I Costina hanno una pelliccia corta, che non è compatta come nel Lanigera o nel Brevicaudata, perchè non necessitano di essere riparati dal clima rigido; essi vivono nelle regioni più basse delle montagne delle Ande. I Costina hanno un muso a punta, che li fa assomigliare più a dei ratti e coda e orecchie molto più lunghe rispetto alle due specie precedenti.
I cincillà sono sempre stati nativi allo stesso territorio e non sono emigrati in nessun'altra area.
Si dice che siano stati inizialmente utilizzati per la loro pelliccia molto prima dell'impero Inca.
Gli Incas erano una piccola tribù guerriera del Perù del 1100 dC.
l cincillà hanno ricevuto il loro nome dagli Spagnoli dopo aver visto che gli indiani Chincha, avevano utilizzato le loro pelli, introduncendole poi per gli Incas. Chinchilla infatti significa "piccolo Chincha" in spagnolo. Quando gli spagnoli li scoprirono, erano già indossati come pellicce. Nel 1400 hanno cominciato a espandere il loro impero, proseguendo nei successivi 100 anni. Durante questa espansione, hanno conquistato molte tribù, tra cui i Chinchas, che aveva usato i cincillà per abbigliamento, cibo e animali domestici e utilizzato la loro pelliccia per tessere coperte.
La pelliccia di cincillà è tra le più rare e costose al mondo.
Ci vogliono circa 100-150 pelli per un cappotto fino alla vita e almeno 250 per una giacca lunga.
Nel 19 ° secolo, la domanda da parte dei mercati europei e americani spinse la popolazione di cincillà selvatici quasi sull'orlo dell'estinzione.
Prima che avvenisse l'irrecuperabile, i governi allarmati di Cile, Bolivia, Perù e Argentina hanno vietato la loro caccia ed uccisione; pensate che si stima che ben 21 milioni di cincillà erano stati uccisi per la loro pelliccia.
Da allora, l'idea di allevare i cincillà negli stessi luoghi dove le pelli avevano un mercato ( Europa ed America) divenne realtà.
Non fu però cosa semplice da attuare, in quanto il cincillà è un animale fragile, poco profilico, proveniente da un ambiente naturale tanto particolare da ritenere assai difficile la possibilità che si potesse adattare ad ambienti completamente diversi.
Ciononostante, durante gli anni 20, un giovane ingegnere minerario americano, di nome Mathias F. Chapman, tentò l'esperienza con successo.
Inizialmente egli ottenne l'autorizzazione a prelevare una dozzina di esemplari selvatici per poi esportarli negli Stati Uniti.
Percorse le montagne molto lentamente per permettere loro di acclimatarsi senza conseguenze spiacevoli.
Per aiutare i suoi animali a sopportare le alte temperature, soprattutto durante la lunghissima traversata, Chapman sistemò le gabbie all'ombra e le cinse con dei blocchi di ghiaccio che di volta in volta rimpiazzava; durante il viaggio una piccola cincillà selvatica partorì addirittura a bordo. Egli evitò così che si verificasse una mortalità troppo elevata e nel Marzo 1923 , Chapman riuscì a portare 11 di quei cincillà, vivi a San Diego, in California.
In seguito a questa vicenda, in America Latina furono autorizzati altri prelevamenti, ma tutti i cincillà domestici esistenti oggi, sono discendenti di quei dodici cincillà (di cui solamente quattro erano femmine) che Chapman fece scendere dal suo battello quel giorno.
Si dice che siano stati inizialmente utilizzati per la loro pelliccia molto prima dell'impero Inca.
Gli Incas erano una piccola tribù guerriera del Perù del 1100 dC.
l cincillà hanno ricevuto il loro nome dagli Spagnoli dopo aver visto che gli indiani Chincha, avevano utilizzato le loro pelli, introduncendole poi per gli Incas. Chinchilla infatti significa "piccolo Chincha" in spagnolo. Quando gli spagnoli li scoprirono, erano già indossati come pellicce. Nel 1400 hanno cominciato a espandere il loro impero, proseguendo nei successivi 100 anni. Durante questa espansione, hanno conquistato molte tribù, tra cui i Chinchas, che aveva usato i cincillà per abbigliamento, cibo e animali domestici e utilizzato la loro pelliccia per tessere coperte.
La pelliccia di cincillà è tra le più rare e costose al mondo.
Ci vogliono circa 100-150 pelli per un cappotto fino alla vita e almeno 250 per una giacca lunga.
Nel 19 ° secolo, la domanda da parte dei mercati europei e americani spinse la popolazione di cincillà selvatici quasi sull'orlo dell'estinzione.
Prima che avvenisse l'irrecuperabile, i governi allarmati di Cile, Bolivia, Perù e Argentina hanno vietato la loro caccia ed uccisione; pensate che si stima che ben 21 milioni di cincillà erano stati uccisi per la loro pelliccia.
Da allora, l'idea di allevare i cincillà negli stessi luoghi dove le pelli avevano un mercato ( Europa ed America) divenne realtà.
Non fu però cosa semplice da attuare, in quanto il cincillà è un animale fragile, poco profilico, proveniente da un ambiente naturale tanto particolare da ritenere assai difficile la possibilità che si potesse adattare ad ambienti completamente diversi.
Ciononostante, durante gli anni 20, un giovane ingegnere minerario americano, di nome Mathias F. Chapman, tentò l'esperienza con successo.
Inizialmente egli ottenne l'autorizzazione a prelevare una dozzina di esemplari selvatici per poi esportarli negli Stati Uniti.
Percorse le montagne molto lentamente per permettere loro di acclimatarsi senza conseguenze spiacevoli.
Per aiutare i suoi animali a sopportare le alte temperature, soprattutto durante la lunghissima traversata, Chapman sistemò le gabbie all'ombra e le cinse con dei blocchi di ghiaccio che di volta in volta rimpiazzava; durante il viaggio una piccola cincillà selvatica partorì addirittura a bordo. Egli evitò così che si verificasse una mortalità troppo elevata e nel Marzo 1923 , Chapman riuscì a portare 11 di quei cincillà, vivi a San Diego, in California.
In seguito a questa vicenda, in America Latina furono autorizzati altri prelevamenti, ma tutti i cincillà domestici esistenti oggi, sono discendenti di quei dodici cincillà (di cui solamente quattro erano femmine) che Chapman fece scendere dal suo battello quel giorno.
Attualmente, i cincillà selvatici sono noti esistere solo in Cile, e sono già nella lista degli animali in via di estinzione a causa del loro passato di caccia estrema, ed ora, a causa della distruzione del loro ambiente naturale.
La situazione critica di morte dei cincillà selvatici è riconosciuta a livello internazionale.
Nel 2001 circa 12 cincillà Brevicaudata che si credevano estinti in natura, sono stati fortunatamente riscoperti in alcune zone del Cile.
I cincillà Lanigera, sebbene cotinuino a prosperare in cattività per il commercio di animali domestici e di pellicce, hanno ridotto di molto il loro numero nell' habitat originale a causa della distruzione della macchia di algarobeira della quale si nutrivano nella bassa regione della catena delle Ande.
Dal 2008 sono entrati nella lista degli animali a rischio di estinzione, con meno di 10.000 cincillà Lanigera sopravvissuti in natura. Tentativi di reintroduzione di cincillà nati in cattività sono stati fatti, ma senza esiti positivi.
La situazione critica di morte dei cincillà selvatici è riconosciuta a livello internazionale.
Nel 2001 circa 12 cincillà Brevicaudata che si credevano estinti in natura, sono stati fortunatamente riscoperti in alcune zone del Cile.
I cincillà Lanigera, sebbene cotinuino a prosperare in cattività per il commercio di animali domestici e di pellicce, hanno ridotto di molto il loro numero nell' habitat originale a causa della distruzione della macchia di algarobeira della quale si nutrivano nella bassa regione della catena delle Ande.
Dal 2008 sono entrati nella lista degli animali a rischio di estinzione, con meno di 10.000 cincillà Lanigera sopravvissuti in natura. Tentativi di reintroduzione di cincillà nati in cattività sono stati fatti, ma senza esiti positivi.
Testo di www.chinchillaguide.com e www.chinchillachronicles.com
Traduzione a cura di Cincillà -Nani Pelosi-
Copyright © 2013-2016 by Cincillà - Nani Pelosi -
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